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Quanto tempo ci vuole per sviluppare un vaccino? Ci sono delle fasi da rispettare perché i tempi per un vaccino non possono essere troppo accorciati, ne va della nostra sicurezza. Infatti si tratta di iniettare nel corpo umano un farmaco che possa aiutare contro una certa malattia, ma che al tempo stesso non comprometta la salute della persona. Ci sono alcuni step da seguire e i tempi per sviluppare il vaccino possono durare anni. 

Studio preliminare: Si effettuano studi sperimentali in vitro per cercare la composizione qualitativa e quantitativa ideale di un vaccino. Individuata la combinazione giusta iniziano i test in laboratorio in vitro e su modelli animali in cui si definisce il meccanismo d’azione (ovvero se c’è la risposta immunitaria attesa), il profilo tossicologico e le prime evidenze di efficacia e sicurezza su un organismo vivente complesso.

Studio sul campo: E’ quella clinica preliminare sull’uomo. Qui si studia la possibile interferenza fra le varie componenti attive del vaccino. Si sviluppa in quattro fasi (le prime tre sono quelle precedenti all’autorizzazione e quindi alla commercializzazione e la quarta avviene basandosi sui risultati su larga scala quando il vaccino è già in commercio).

  • nelle prime 3 fasi si aumenta progressivamente il numero di persone a cui è sottoposto il trattamento. Qui viene definita la posologia (il numero di dosi per l’immunizzazione primaria e per il richiamo eventuale), l’efficacia, la sicurezza per il paziente e se e quanto stimola la risposta anticorpale specifica. Viene anche analizzato se il vaccino non crei problemi con altri vaccini. Questi ultimi studi vengono definiti soprattutto nella fase 3 dello sviluppo che deve essere  controllato (i soggetti trattati devono essere confrontati con chi ha ricevuto un placebo o un altro vaccino) e randomizzato (i soggetti sono trattati in modo randomizzato)
  • la fase 4 (o studi post-autorizzativi) sono condotti dopo la commercializzazione e servono a confermare i dati raccolti nelle fasi precedenti: hanno l’obiettivo di verificare l’efficacia e la sicurezza del vaccino nelle sue reali condizioni d’uso, di valutarne l’utilizzo in particolari sottogruppi di popolazioni e condizioni patologiche (per esempio in corso di malattie del sistema immunitario che potrebbero modificare l’efficacia e la sicurezza del vaccino) e il rapporto costo-beneficio rispetto alla malattia e/o ad altri vaccini. 

Ecco perché lo sviluppo di un vaccino contro un virus nuovo come il Covid-19 non può avvenire in breve tempo. Solitamente per tutto questo processo servono anni (gli esperti parlano di 4-7 anni) e parliamo solo del vaccino che funziona perché per ogni malattia ci sono migliaia di laboratori al mondo che studiano un eventuale vaccino ma non tutti funzionano e sono pochi quelli che riescono ad arrivare alla fase 4.

Con il Covid-19, però, la situazione è un po’ diversa e i tempi per un vaccino potrebbero essere più brevi. Si tratta di un Coronavirus che è stato già abbondantemente studiato ai tempi della SARS e della MERS, quindi non è del tutto sconosciuto. Certamente è differente e quindi non si possono usare gli stessi studi di allora, ma si parte con un piccolo vantaggio e questo spinge gli esperti ad essere fiduciosi di vederlo molto presto. Ad esempio, alcune società nel mondo sono già in piena fase 2 (gli esperimenti sugli animali) e in fase 3 (gli esperimenti sull’uomo) e questo significa che tutta la fase di ricerca è già stata superata. Per l’immunologo americano Antony Fauci i tempi per un vaccino non sono brevi ma parla di mesi, non di anni:

«Lo sviluppo di vaccini sperimentali e i test clinici per stabilire la loro sicurezza ed efficacia richiedono tempo. Un vaccino contro il nuovo Coronavirus probabilmente non sarà ampiamente disponibile per più di un anno».

Per dire, il vaccino contro la SARS fu preparato in 20 mesi, ma era il 2003, era un virus nuovo e le conoscenze della medicina non erano avanzate come quelle di oggi. Per questo c’è chi come Paolo Ascierto, l’oncologo di Napoli che ha avuto il merito di scoprire l’efficacia del Tolicizumab, ha spiegato a “Tv2000” che i tempi possono essere ristretti:

«I tempi per un vaccino sono lunghi, ci vogliono almeno 18 mesi. Ovviamente i 18 mesi partono da quando c’è stata l’infezione a Wuhan. Volendo essere ottimisti possiamo dire che avremo il vaccino tra 10 mesi ma sicuramente non domani mattina».

AGGIORNAMENTO: Anche per Silvio Brusaferro, direttore dell’Istituto superiore della sanità (Iss), il vaccino arriverà in tempi brevi. Durante una delle recenti conferenze stampa ha confermato:

«Se mi chiedete “avremo un vaccino in un mese?”, la risposta è no, non lo avremo. Se mi chiedete “potremmo averlo a fine anno?”, potremmo averlo»

 

Aggiornato al: 22 marzo 2020