Coronavirus e investimenti

Al primo posto c’è la salute ed è fondamentale capire che combattere il Coronavirus significa salvare vite umane. Poi c’è il fattore economico con cui fare i conti: l’economia è paralizzata e questo avrà ripercussioni. Molti, però, ci stanno già rimettendo oggi pur rimanendo a casa e senza fare nulla: sono coloro che hanno investito i loro soldi nel mercato finanziario. Un mercato che per natura è volatile, e il rischio c’è ovviamente, ma che con il Coronavirus sta assumendo contorni terribili. Coronavirus e investimenti, cosa fare?

OK IL RISCHIO MA…
Perché si investe? Perché mantenere i soldi sul conto equivale a perdere soldi e per non perdere il valore dei nostri risparmi dunque bisogna investirli ma quanto siamo pronti a rischiare per avere dei guadagni? Il sogno di tutti è investire 100 per ottenere da 101 a salire, anche se è normale che a volte si possa arrivare a 99 o meno. La curva è sempre sinusoidale, l’oscillazione è sempre su e giù: oggi perdi, domani guadagni, oggi guadagni domani perdi. Ci sta.

Il Coronavirus però equivale a una guerra. Molti tendono a considerarla solo una crisi finanziaria, seppur importante, come fu il periodo post-11 settembre, il post-Sars, il post-fallimento della Lehman Brothers, il post-rischio crac di alcuni Stati, il post-Brexit e così via. Quei casi, però, erano legati a un focolaio ben preciso che poteva infettare un sistema che è interconnesso, ma il tutto era abbastanza circoscritto. In questo caso la crisi è globale e nessuno è risparmiato. Ha iniziato la Cina, ora colpisce l’Europa, domani colpirà gli Stati Uniti.

PERCHE’ CROLLANO LE BORSE
Le Borse ragionano così: se tutto va bene ci saranno utili, quindi il valore della azioni di una azienda (o dei fondi che comprendono quelle aziende) salirà e se io ho investito 100 per 100 azioni quando costavano 1 euro l’una, se oggi valgono 2 euro, ho avuto un guadagno di 100 euro (100 investito+100 di guadagno). Questo è il panorama positivo. Il problema è se quell’azienda va male e il valore di una azione scende a 0,5 euro: allora oggi quelle 100 azioni valgono 50 euro e dunque sto perdendo 50 euro.

Questo vale per una società quotata, ma vale per ogni investimento. Poi c’è quella speculativo sui future, sulle scommesse al negativo, l’insider trading, le vendite allo scoperto ecc. ma quello è un altro discorso. Rimaniamo invece sugli investimenti di un privato che decide di tentare la strada dell’investimento magari spinto dalla propria filiale di banca.

CORONAVIRUS E INVESTIMENTI: VENDO, RESTO O ACQUISTO?
Chiunque abbia investito anche un solo euro oggi si sta ponendo questa domanda. Sta vedendo i suoi risparmi crollare giorno dopo giorno, cosa fare? Ci sono tre profili di investitori:

  1. EMOTIVO: Quando vede una perdita decide subito di vendere. Il problema è che se ha investito 100.000 euro e oggi il mercato è crollato del 20% significa che accetta una perdita di 20.000 euro per salvare i restanti 80.000. La sua paura è: “oggi perdo 20.000 ma l’andazzo è brutto, rischio di perderne 30.000 o 50.000”.
  2. RAZIONALE: Ingoia il rospo e va avanti sperando che prima o poi la situazione migliori. Fa finta di non aver investito neanche un euro, anzi, neanche le legge le notizie finanziarie e riaprirà la pagina investimenti dell’home banking solo fra qualche mese quando tutti penseranno alle vacanze al mare e non più al Coronavirus.
  3. CORAGGIOSO: Oggi perde 20.000 euro? E lui ne investe altrettanti aumentando l’esposizione da 100.000 a 120.000 euro. Un folle? 

In realtà tutti e tre hanno ragione, perché i soldi sono guadagnati e non è che vengono regalati.

  • Il primo ha ragione perché almeno perde poco. Poi si vedrà. Magari più avanti proverà a reinvestire ciò che è rimasto sperando in una crescita. Nel frattempo si autoconvince di aver fatto un acquisto invisibile e… pazienza.
  • Il secondo ha ragione perché tutte le crisi vengono superate. Le Borse hanno superato guerre mondiali, crisi economiche, terrorismo, bombardamenti, epidemie, e sono sempre tornate a salire e a guadagnare. Quindi supererà anche questa. Magari impiegherà più tempo per rientrare della perdita.
  • Il terzo ha ragione perché oggi le azioni costano molto meno e quindi può acquistarne di più. Se ieri con 20.000 euro avrebbe acquistato 20 mila azioni a 1 euro. Oggi quelle azioni valgono 0,5 e con la stessa cifra può acquistarne 40 mila. Questi significa che quando le azioni torneranno a valere 1 euro (e ci torneranno prima o poi) avrà raddoppiato l’investimento. Questo significa rientrare prima delle perdite accumulate oggi.

L’ideale di un investitore amante del rischio e delle opportunità, infatti, sarebbe quello di acquistare oggi che le azioni costano poco. Lo ha spiegato bene Warren Buffett che in piena crisi per il Coronavirus ha investito in una compagnia aerea, la Delta:

«ora la preoccupazione preminente è il coronavirus e i suoi effetti, ma tra sei mesi avremo un nuovo fattore esogeno. La vera domanda da porsi è: come performeranno le compagnie americane tra dieci, vent’anni?»

Ecco perché i vari consulenti oggi consigliano di aggiungere soldi agli investimenti.
Però serve coraggio. Tanto.

CORONAVIRUS E INVESTIMENTO: COME MI COMPORTO? LO SPIEGA LA FINANZA COMPORTAMENTALE
Come comportarci? Qui subentra la Finanza Comportamentale che si occupa del comportamento delle persone di fronte alle decisioni economiche da prendere. Un libro fondamentale è “Pensieri Lenti, Pensieri veloci” di Daniel Kahneman che proprio per queste scoperte ha vinto un Nobel all’economia. In un altro articolo spiego bene tutte le tematiche del libro, mentre qui prendo solo qualche spunto.Pensieri-lenti-e-veloci-Kahneman

In pratica, secondo Kahneman racconta alcuni temi fondamentali:

  • NON SIAMO NOI CHE DECIDIAMO, ANCHE QUANDO SIAMO NOI CHE DECIDIAMO: Sembra un controsenso, ma non lo è. Non prendiamo decisioni in modo freddo e calcolato, ma più o meno a casaccio perché in balia delle bias cognitive, ovvero i giudizi (o pregiudizi) che abbiamo accumulato con l’esperienza e le conoscenze accumulate negli anni (Euristica della disponibilità). Insomma, non leggiamo i dati, ma li interpretiamo in base a ciò che vogliamo leggere. E’ così su tutto: anche negli affari, la simpatia del nostro interlocutore gioca un ruolo fondamentale anche oltre il vantaggio che ne deriva. Ad esempio ci fidiamo della prima risposta che ci viene in mente, siamo più propensi ad accettare se il nostro interlocutore annuisce con la testa, ci comportiamo diversamente se sappiamo di essere osservati oppure odiamo le pubblicità ma scegliamo i prodotti delle aziende che ci bombardano di messaggi. La lista degli “errori” che manipolano le nostre scelte è lunghissima e fa impressione sapere che, in fondo, non decidiamo con razionalità.
  • TEORIA DEL PROSPETTO: Di fronte a un problema abbiamo diverse reazioni ma nel caso degli investimenti ci interessano soprattutto queste:
    • AVVERSIONE ALLA PERDITA: Preferiamo non perdere piuttosto che guadagnare: se bisogna scegliere fra ciò che si ha e ciò che non si ha, si tende a rimanere come ciò che si ha. E’ una sorta di “istinto di sopravvivenza” ed è quello che non ci fa accettare una sfida, preferendo rimanere nella zona di comfort, o che al supermercato ci fa preferire una offerta “dà grande risparmio” rispetto a una “dà maggiore valore”. E’ ciò che farebbe l’investitore numero 1.
    • EFFETTO DI ISOLAMENTO: L’isolamento è del ragionamento. La maggior parte delle persone tende a limitarsi alla prima opzione considerata “accettabile”. Le altre opzioni? Per usare un’espressione, “da un orecchio entrano e dall’altro escono”. E’ ciò che farebbero tutti e tre gli investitori.
    • EFFETTO DI RIFLESSIONE: E’ l’opposto dell’avversione alla perdita. Anche chi non rischierebbe neanche di scendere dal divano, di fronte a una perdita si sente forte di rischiare tutto. E’ la “mossa della disperazione”. E’ ciò che farebbe l’investitore numero 3. 

Richard Thaler dà valore alle teorie di Kahneman con l'”Effetto della Dotazione”: il focus è sul possesso. Quindi se possiedo un oggetto la tendenza è “avversione alla perdita”, se non lo possiamo la tendenza è il piacere di procurarselo. Questo spiegherebbe il diverso comportamento dei vari investitori: i risparmi di una vita sudati con tanti anni di lavoro hanno un valore mentre i soldi investiti perché arrivati da una eredità ne hanno un altro.

E QUINDI?
Kahneman ci mostra che disinvestire accettando una perdita o continuare e aggiungere altri fondi all’investimento per rientrare il prima possibile è una decisione che fa parte della propria visione della vita, delle proprie esperienze e di quanto si è davvero pronti a studiare le carte. Il consiglio è quello di fidarsi del proprio consulente finanziario che ha studiato la storia della finanza e che può meglio indicarci una via. E’ chiaro che siamo di fronte a una battaglia che non ha molti precedenti: la Sars in Italia ebbe 4 casi positivi e 0 morti, quindi non è paragonabile, eppure le Borse ebbero un tonfo che poi fu recuperato, come dimostra il seguente grafico.

Una cosa è certa. Oggi il mondo intero è nel panico, figuriamoci gli operatori di Borsa, ma la scoperta dei farmaci che cureranno i sintomi e il vaccino, un calo dei contagi, l’arrivo del caldo che probabilmente acquieterà la tensione, e tante altre notizie che arriveranno per forza di cose spingeranno a un forte rimbalzo della finanza. Bisogna ragionarci bene, e le scoperte di Kahneman possono darci una mano.