Ricominciare a 40 anni o più
Con questo post imparerai… che la frase “non è mai troppo tardi” è una verità assoluta e che ricominciare a 40 anni è la norma.           

“Ormai ho una certa età, non posso più fare queste cose”. Oppure “Ah, se rinascessi farei tutt’altro, ma ormai…”. Sono solo alcune delle frasi che sentivo dire quando ero più giovane da chi era più grande di me, e ora che ho 42 anni mi rendo conto che ogni tanto anche a me arrivano certi pensieri. Il motivo è molto semplice: intorno ai 40 anni si sono già vissuti circa 20 anni di quella che io chiamo “vita cosciente” ovvero quella in cui si è fatto ciò che si voleva fare. Fino ai 19 anni di solito si studia alle Scuole Superiori e quella è una scelta obbligata. Poi c’è il diploma e facciamo le nostre scelte: è qui che comincia davvero la vita che vogliamo.

 

LA DIFFICOLTA’ DI RICICLARSI
Il problema è che dopo 20 anni di questa vita cominciamo ad accusare il colpo e tutto ci sembra più difficile, non tanto fisicamente, quanto mentalmente. A questo si aggiunga che i 40enni di oggi hanno conosciuto un mondo in cui non c’era internet, i social, la digitalizzazione e tutto ciò che ha cambiato il mondo in cui viviamo. Quindi ecco che tutta una serie di lavori cui ambivamo da ragazzi o che abbiamo svolto per vent’anni, oggi non esistono più. Allora dobbiamo rimetterci alla ricerca, dobbiamo ricominciare a 40 anni, ma in un mondo nuovo dove chi è più giovane di noi è molto più avanti.

In questo l’Italia non aiuta. Ho iniziato a lavorare a “Il Messaggero” che avevo 16 anni e la tendenza era quella di dirmi “sei troppo giovane”, “i giovani devono fare esperienza”, “devi aspettare” e “il tuo capo ha il doppio dei tuoi anni”. Oggi è la rovescia: “sei troppo vecchio”, “guarda i 20enni”, “il tuo capo ha la metà dei tuoi anni” e così via, nonostante tu abbia appena 40 anni e solo perché non sei iper connesso, non segui i social h24, o, figurati, usi ancora solo Facebook (sinonimo di preistoria) e non sai niente di SEO o di digitalizzazione. Ovvio che un pensierino di desolazione arriva.

 

IO A LONDRA
L’ho provato sulla mia pelle. A 38 anni mi sono preso un anno sabbatico dal lavoro (più o meno, seguivo ancora delle consulenze) per scoprire le nuove tendenze e mi sono trasferito a Londra dove ho iniziato ad intervistare degli esperti in comunicazione, giornalisti, recruiter, economisti, marketer. Da loro ho imparato che la comunicazione ormai è gestita dal marketing e non dal principio di informazione e altre cose, ma, soprattutto, che i miei 22 anni di esperienza nel giornalismo e nel project management editoriale erano poco rilevanti perché quasi tutti dedicati al mondo della stampa e non a quello digitale. Del tipo: “ok, hai ideato e seguito progetti con grossi budget e ottimi risultati, hai realizzato migliaia di numeri di quasi 100 riviste ma… hai mai scritto o gestito un sito internet?”.
Insomma, a 38 anni ero “vecchio”.

 

IL PENSIERO DOMINANTE: SONO TROPPO VECCHIO
A quel punto avrei potuto deprimermi o abbassare la mia autostima e invece no, ho analizzato le loro testimonianze e ho iniziato a studiare il tutto cominciando ad aggiornare le mie skills che per il digitale si limitavano alla curiosità per le innovazioni che avevo sin da quel pomeriggio del 1995 quando andai online per la prima volta: ho studiato meglio la SEO, il content writing, il digital marketing, e ho fatto l’esame per il PMP (Professional Project Management) e mi sono avvicinato alla Metodologia Agile e in particolare a quelle Lean e Scrum. Mi sono messo in testa di ricominciare a 40 anni.

Insomma, non mi sono arreso, ma il pensiero “Sono troppo vecchio” è dominante per chi ha oltre i 35/40 anni, figurarsi a 50 o 60, quando invece lo sviluppo della medicina ci garantirebbe un’esistenza migliore: è una banalità, ma un 60enne di oggi riesce ad avere uno stile di vita che un 60enne degli anni ’80 si sognava. Perché non sfruttarlo?

 

ALCUNI ESEMPI DI PERSONAGGI CHE SI SONO REINVENTATI
E’ stato anche importante cercare degli esempi. E’ davvero impossibile ricominciare a 40 anni quando si è già vissuta una vita piena di soddisfazioni? Allora ho guardato alle carriere di tanti personaggi famosi:Woody Allen io e Annie

  • Bud Spencer: tutti lo conoscono per i suoi film con Terence Hill. Quando hai fatto il primo? A 42 anni, prima era stato un nuotatore olimpico, aveva lavorato come operaio in Sudamerica, aveva scritto dei testi di canzoni per Ornella Vanoni e Nico Fidenco e tanto altro. La carriera cinematografica però è arrivata dopo i 40.
  • Woody Allen: nato nel 1935, all’età di 40 anni era già un affermato comico e al film aveva realizzato “Prendi i soldi e scappa”, “Il dittatore dello stato libero di Bananas” , “Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso ma non avete mai osato chiedere” ma il vero successo internazionale arrivò a 42 anni con “Io e Annie”. 
  • Silvio Berlusconi: se tornassimo al 1976 quando aveva 40 anni, scopriremmo che era un affermato imprenditore edilizio e proprio quell’anno iniziò le trattative per acquistare Telemilano. Quindi, Mediaset, il Milan, la carriera politica, tutto è venuto dopo i 40 anni.
  • E.L. James: l’autrice di “Cinquanta sfumature” ha trovato il successo come scrittrice con la sua trilogia a 48 anni, prima faceva tutt’altro.
  • Flavio Briatore: se quando aveva 40 anni qualcuno gli avesse detto che sarebbe diventato il Direttore della scuderia di F1 della Benetton (intorno a quell’età ne era solo il direttore commerciale), che avrebbe aperto la catena del “Billionaire”, che avrebbe condotto la versione italiana di “The Apprentice” e tutto ciò che ha fatto dopo, be’, avrebbe detto che sognavamo.
  • Gianluca Vacchi: oggi è il secondo italiano con più follower su Instagram (dopo Chiara Ferragni) e gira il mondo a suonare come dj e a produrre dischi. Tutto bello, salvo che tutto ciò è iniziato intorno ai 50 anni e quando aveva 40 anni (il 2007) non esisteva neanche Instagram, quindi figurarsi se poteva immaginare questo futuro.
  • Maurizio Costanzo: a 40 anni aveva appena finito “Bontà loro” e stava per iniziare “Acquario”. Il “Maurizio Costanzo Show” che è diventato un appuntamento quotidiano per generazioni di Italiani era ben lontano visto che sarebbe arrivato solo quattro anni dopo.

 

COSA HANNO PIU’ DI TE?
La lista di personaggi che a 40 anni vivevano una vita del tutto diversa da quella dei successivi 40 è lunghissima, questi sono solo degli esempi che però rendono l’idea che non è davvero mai finita e che si può sempre ricominciare. 
In fondo, cos’hanno questi personaggi che tu non hai? Anche loro avranno avuto i loro momenti di sconforto, i loro “sono troppo vecchio per queste cose”, i dubbi di ricominciare a 40 anni, ma poi hanno studiato nuovi mestieri, si sono aggiornati, hanno scelto nuovi collaboratori, si sono reinventati. Cosa ti vieta di farlo anche tu? Anche perché il bello è che la vita può cambiare in un secondo: nessuno di questi personaggi a 40 anni poteva progettare il suo futuro (Instagram neanche esisteva, pensando a Vacchi), poi rimettendosi in gioco sono spuntate delle opportunità.

 

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