Con questo post imparerai… prima di scrivere un testo bisogna decidere il Tema, cosa vogliamo comunicare ai nostri lettori?
La comunicazione è come un’automobile che parte da una città e arriva in un’altra città. Per molti fare un viaggio del genere è noioso, stancante, inutile, ma non considerano che quel viaggio diventerà una traccia nei suoi ricordi, qualcosa da raccontare ad altre persone, un episodio della sua biografia di vita. Con la comunicazione succede la stessa cosa: non ci sono mai comunicazioni vuote, c’è sempre il passaggio di un messaggio da una sorgente a una fonte.
Il Primo Passo: Cosa vuoi comunicare?
E’ una domanda che si pongono in pochi ma tutti dovremmo farcela. Quando scrivo un testo (un articolo, un libro, una sceneggiatura, un volantino pubblicitario), quando dico qualcosa (un ricordo, una nozione appresa, un’idea) o quando agisco in un certo modo davanti a qualcuno, io sto comunicando un messaggio. Quindi, prima di iniziare il mio pensiero non deve essere “Ho tutte queste informazioni da dare. Come faccio a farle entrare tutte?”, ma piuttosto: “Che messaggio voglio dare con queste informazioni? Cosa voglio far apprendere al mio destinatario?”. La differenza è enorme.
Nella prima mi concentro sul contenuto, faccio cronaca, cerco di inserire tutti i concetti in modo ordinato: sono come i giornalisti inviati sul luogo dove è successo un crimine che raccontano le scoperte del giorno e nulla di più. Nel secondo mi preoccupo che l’altra persona apprenda qualcosa dopo aver letto il mio articolo.
Lo stesso capita con i libri: il pensiero di quasi tutti gli scrittori è “Questa è la mia storia/materia e ora ve la racconto”. Invece dovrebbe essere: “Al di là della mia storia, che comunque vi racconterò, cosa voglio che impariate? Su cosa voglio che riflettiate?”. Stabilito il messaggio da inviare, la scrittura del testo diventerà più semplice e assumerà un altro sapore.
A chi interessa il mio testo?
Per capire quale messaggio inviare bisogna prima capire chi sia il lettore. Un Italiano che parla solo Italiano ma vuole spiegare una ricetta di cucina a un Inglese che parla solo Inglese deve cercare di tradurre il suo messaggio in lingua Inglese.
Quindi il suo primo pensiero sarà: “Chi è il destinatario della mia ricetta?”. Risposta: è un Inglese che parla solo Inglese.
E poi: “Come faccio a farmi capire?”. Risposta: traducendo il testo in Inglese.
E’ lo stesso processo che deve fare chi scrive un testo: “Chi è il mio lettore tipo? A chi interessa il mio libro/articolo?”. E’ chiaro che un testo di Fisica, per dire, sarà scritto in modo differente se sarà rivolto a un gruppo di studenti universitari di Fisica o se invece sarà rivolto al pubblico generalista di una trasmissione tv in prima serata. Questo devi saperlo subito perché il messaggio che vorrai inviare (e il modo in cui lo descriverai) sarà diverso a seconda del pubblico che ti ascolterà/leggerà.
Il Tema principale e i Temi secondari
Quando avremo risposto accuratamente alle domande precedenti, allora cominceremo la fase di scrittura sapendo, però, che non si comunica mai un solo tema. C’è un tema principale e ci sono tanti temi secondari: un libro storico sulla Seconda Guerra Mondiale può voler raccontare i fatti di quel periodo (principale) ma conterrà anche altri temi (come vivevano le persone in quel periodo? Quali eventi hanno portato a quella Guerra? Quali sono gli insegnamenti per evitare che possa accadere di nuovo?). E’ importante avere in mente tutti questi temi perché sono quelli che dovranno emergere dal tuo libro.
Come esprimo il Tema del mio Libro?
Il modo per riconoscere il Tema principale è semplice. Immagina di essere in uno studio televisivo e che un giornalista ti chieda: “Cosa imparerò quando avrò finito di leggerlo?”. E ancora: “A chi pensi possa interessare questo messaggio?”.
Tutto qui. Se dovessi avere delle esitazioni o se la tua risposta fosse troppo generica, allora ancora non hai individuato il Tema principale.
Come faccio io?
Quando ho scritto “I Love New York – E’ sbagliato inseguire un sogno?” non volevo scrivere soltanto la storia di un ragazzo con il sogno di trasferirsi a New York, ma volevo far riflettere sul vero significato del “sogno”: inseguire con tanta determinazione un obiettivo può nascondere una fuga da una quotidianità insoddisfacente, una ossessione che ha ragioni differenti dall’oggetto del sogno. Il protagonista che sogna di trasferirsi a New York, le sue difficoltà, il modo in cui la sua decisione condizioni la vita degli altri, i monologhi, il contesto storico e ambientale, erano solo un pretesto, la mia intenzione era tutta un’altra. Avrei potuto scrivere la storia di un gatto che sogna di diventare una gabbianella e che fa di tutto per volare, il messaggio che volevo inviare sarebbe stato lo stesso.
E’ chiaro che qualcuno ha visto in quella storia una espressione del suo sogno di trasferirsi, altri l’hanno amato perché ho “intercettato il mio amore per New York” e così via, ma alcuni lettori mi hanno raccontato che attraverso il mio libro avevano riflettuto sulla veridicità dei loro sogni, su quanto effettivamente fossero solo dei “pensieri che distraggono dal vero problema”. Questo è il messaggio ce ho sempre avuto in testa, sin dalla prima lettera battuta sulla tastiera del computer.
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